Dopo circa mezz'ora, sono di nuovo sull'autostrada. Il rumore assordante del motoraduno al Roadhouse si è perso già da un pezzo nel vento della notte, e adesso, anche il mio stereo ha smesso di ruggire.
Nel silenzio, i pensieri riescono ad uscire piu chiari e distinti, cosi come un pescatore riesce a far abboccare piu pesci nelle ore di calma piatta, solo che certi pensieri, durano troppo poco per poter essere esposti al muro o con una bella foto glorificante.
Nella mia mente, riaffiorano tanti ricordi. Il gruppo che avevo, composto da amici, amici di cui mi fidavo e stimavo. Amici che ora, a causa della mia stupidità, non ci sono piu. Penso alla mia insonnia, ed a quella sensazione che non riesco a colmare, e che sento, giorno dopo giorno, che mi spegne, come una sigaretta ormai consumata.
Una sensazione, che stanotte non mi stà lasciando tregua, e che diventa sempre piu forte.
Ripenso a quella che stà diventando la mia vita, squallida, sempre piu squallida, e sempre piu isolata.
Perdere il gruppo ed i miei amici all'interno di esso, è stata solo l'ultima parte di un odissea di distruzione che sembra non finire mai.
Tutto è cominciato quando suonare, sognare e sentire quella specie di voce interiore che ti dice : -esatto, è questa la tua strada-
Ora, dentro di me, mi sento come adesso : Un automobilista che viaggia nel cuore della notte senza una meta e senza un orientamento, spinto solo dall'istinto di sopravvivere al peso della propria coscienza, cercando di ingannare se stesso.
E per qualche momento, mi sembro il soggetto di una canzone dei Bad Company, Seagull, come un viaggiatore senza memoria e senza identità, che viaggia, senza curarsi di ciò che passa e incontra, ma spinto solo dal desiderio di andare avanti.
Ma dura solo qualche momento.
Perchè senza essermene accorto, sono finito sulla traiettoria di un guard rail.
Non ho il tempo di impedire quello che ormai, è l'inevitabile.
Sento solo un forte colpo allo stomaco, con la cintura che mi impedisce di schizzare fuori dall'auto, poi un violento colpo alla testa.
Poi è il buio.
giovedì 17 marzo 2011
mercoledì 16 marzo 2011
Parte Sei - Roadhouse Blues

I fari della mia auto tagliano l'oscurità della notte come un fulmine che illumina le nuvole in quell'istante in cui il buio si illumina, solo per ricalare nuovamente nell'oscurità.
Dennis ha smesso di parlare, e ora si limita a fissare la strada, mentre io guido con cautela, seguendo la strada sterrata che porta al locale per motociclisti.
Mentre guido, un senso di smarrimento mi distoglie dalla realtà, quasi un senso di impotenza di fronte alla realtà che mi circonda.
Guardando fuori dal finestrino, lo sterrato si divincola sinuosamente attraverso campi desolati e sfocati, incupiti da una fitta nebbia fumante.
Le stelle brillano luminose, mentre la luna ci inonda con il suo pallido bagliore, riflettendosi nelel pozzanghere della strada.
Dopo quelle che cominciavanoa sembrare ore, ma che potevano benissimo essere meno di 40 minuti, la strada incotra gli alberi sempre piu fitti e oscuri, che costeggiandola, danno l'idea di una discesa nelle tenebre, senza una via di uscita.
Dopo pochi minuti, intravediamo luci di motocilcette e fari, e cominciano a lacerare il silenzio della notte, i rombi tuonanti delle "mangia asfalto", e gli indistinguibili segni, di musica ad alto volume.
"Credo che ci siamo quasi, Dennis"
"Lo credo anch'io amico" dice lui, guardando nella direzione delle luci, dopodichè aggiunge
"Che ne dici di fermarti anche te? La notte non è nemmeno a metà, e di sicuro non ti puoi annoiare in un posto del genere"
Rifletto distrattamente sulla proposta del giovane giramondo.
Ma non è di un mucchio di motociclisti e ragazzini alterati quello di cui ho bisogno. Ha detto bene, Dennis.
La notte non è nemmeno a metà.
E piu le ore passano, piu la discesa nelle tenebre appare inarrestabile.
"No, ti ringrazio Den. Sarà per un altra volta"
"Sei sicuro? Certe occasioni capitano una sola volta"
"Un mio amico mi dice sempre che quello è un proverbio sbagliato. Molte volte, si ha l'occasione di riprendere in mano un occasione che si crede persa per sempre" gli rispondo.
Lui si gira e mi guarda, ed accennando un sorrisetto, dice:
"bè, certo questo è uno spirito molto piu comodo da adottare!"
E forse per la prima volta in tutta la serata, mi metto a ridere, accompagnato dal giovane ragazzo
"E a te è mai capitato di avere due volte la stessa occasione?" mi chiede, divertito
Mentre ormai siamo arrivati a destinazione, spengo l'auto e metto le mani sul volante, pensando velocemente alla risposta:
"Oh si, molte volte. Ma ho sempre avuto la cattiva abitudine di sprecare anche la seconda"
Di nuovo, tutti e due ci mettiamo a ridere.
Dennis si guarda intorno, prende le sue cose e si gira verso di me, di nuovo:
"Allora temo che le nostre strade si dividano ora, fratello. Grazie davvero del passaggio, ed abbi cura di te. Un giorno potremmo rivederci"
"Chissà.." rispondo io, "non sai mai cosa aspettarti lungo la strada"
Dennis esce dalla macchina e richiude lo sportello, avviandosi verso il Roadhouse, dove un via-vai di gente si muove intorno ad uno spiazzo di motociclisti in sella, un posto dove è difficile credere di trovarsi nella vita reale, quando sembra piu un qualche film Pulp anni 70.
E mentre mi giro indietro, per riprercorrere la strada con cui sono giunto, i miei pensieri cominciano a galoppare velocemente, sulle ali dell'immaginazione...
mercoledì 23 dicembre 2009
Parte Cinque - Sei Mesi Prima
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Luci.
Tutt'intorno a me, uno spettacolo di luci e musica mi trascina in un vortice frenetico e martellante che mi stordisce, mi rapisce, come il canto di una sirena.
Rimango concentrato sul ritmo
Non devo perderlo
Se sgarro sono cazzi per tutti
Gli altri stanno buttando pesante. Le chitarre di Steve e Alberto si muovono in sincronia perfetta, non cannanano una nota. Si agitano, si muovono sul palco, cercano di coinvolgere il pubblico di questo bar del cazzo, che sembra piu interessato ad una fottuta partita di calcio vista ad un televisore marcio, piuttosto che degnarci di un briciolo di attenzione.
Fabio mantiene la sua tranquillità col basso, dando il massimo di se nella voce
TIME AND AGAIN, I SING YOUR SONG
BUT I'VE BEEN RUNNIN' ON EMPTY FAR TOO LONG
I'VE HAD ENOUGH HOLDIN' ON TO THE PAST
MAKE NO MISTAKE, IT COULD BE YOUR LAST
Sembra che piu che cantare, stia urlando nel microfono
la sua aggressività è elettrizzante, trasmette adrenalina pura
siamo al massimo cazzo
siamo perfetti, nessuno stà sbagliando
ma quegli stronzi continuano a fottersene. In particolare, da uno dei tavoli, tre giovani ci lanciano addosso critiche e insulti.
Non pensarci, concentrati sulla batteria.
Gli stronzi continuano....
Concentrato concentrato
Lo stronzo mi lancia una bottiglia...
In un attimo, distruggo la batteria con un calcio, lancio le bacchette per terra, e mi butto sotto il palco.
Mi dirigo verso il suo tavolo, mentre nella testa mi sembra di avere un martello pneumatico. Cazzo, non avrei dovuto bere cosi tanto.
Afferro il ragazzo, non avrà piu di trent'anni. Lo prendo per la camicia, lo alzo, e gli urlo addosso
"CHI CAZZO TI CREDI DI ESSERE? NOI CI STIAMO SBATTENDO LE PALLE E VOI VE NE FOTTETE? "
I suoi amici sono veloci, e mi saltano addosso.
So tirare un pugno come ci vuole, ma non posso affrontare tre ragazzi insieme.
Scaravento il primo contro il tavolino, sfondandolo. Al secondo dò un calcio nello stomaco, ci metterà un po a rialzarsi
Ma il terzo ha il tempo di sfondarmi una sedia addosso...
un pugno dritto in mezzo agli occhi gli lascerà un ricordino sul naso, e anche questo va al tappeto.
Ma ormai nel locale, la mia presenza è diventata di troppo.
Mi arrivano da tutte le parti, non mi danno nemmeno il tempo di pensare a cosa fare. Resisto ai primi attacchi, ma alla fine, tutto diventa piu scuro, i suoni piu distanti....e finisco a terra....
Mi risveglio qualche ora dopo. Alberto mi guarda con sguardo serio
"ti avevamo avvertito amico..."
Alberto resta un po in silenzio a fissarmi.
dopo un po si alza, esce dal locale e parte in auto con gli altri per tornare a casa
Io rimango da solo
ed un unico pensiero mi entra insistentemente in testa
-cazzo....non dovevo bere.....-
sabato 1 agosto 2009
Parte Quattro - Dennis
Il ragazzo si avvicina alla macchina.
Attacco subito con le domande:
"...serve un passaggio amico?"
"mi faresti un favore fratello, è dura a quest'ora a piedi per l'autostrada"
"dove sei diretto?"
"A un bar per motociclisti poco piu in su per la strada, alla fine di una strada privata in mezzo ai boschi"
"C'è qualche evento particolare stanotte?" chiedo, mentre apro lo sportello e invito il ragazzo a salire
"si, c'è uno spettacolo di harley davidson, tanta buona musica ed il raduno annuale dei biker 'HellFighters'"
Intanto il mio compagno di viaggio si siede spostando sotto le gambe il proprio zaino, un vecchio zaino verde malmesso, parecchio rattoppato, con qualche scritta di gruppi hard rock, come i Led Zeppelin e gli Aerosmith.
Riattacco con le domande "come mai vai a un raduno di moto....senza moto?"
"Sequestrata fratello... vado laggiù per incontrare un paio di amici che mi dovrebbero aiutare per qualche tempo.... a proposito, io mi chiamo Dennis, amico" Così dicendo mi dà una leggera pacca sulla spalla.
"piacere Dennis. Da dove vieni?"
"Verona, ma è tanto che vago in giro senza meta.... ormai non ho piu una casa fissa"
Dennis è vestito con una maglietta nera, un paio di jeans attillati ed un giubbotto di pelle sfrangiato senza maniche. Capelli lunghi biondi, separati da una divisa nel mezzo. Al collo una medaglietta con il simbolo della pace, e ai polsi due polsini neri.... sembra un tipo simpatico, un po poco curato, con una barbetta mal curata intorno al viso, ma comunque decido di fidarmi e lo accompagno.
"dammi le indicazioni per arrivare lassù" gli dico
"non c'è problema fratello, per ora procedi per la strada...cosa c'è allo stereo?"
"mmm....ti piace Ted Nugent?"
"puoi scommetterci amico"
"e allora vada per 'Cat Scratch Fever' "
Accendo lo stereo e Ted scatena la sei corde
E così la notte ci inghiotte di nuovo.....
mercoledì 1 luglio 2009
Parte Tre - Il Sogno
Dannazzione....
il sonno comincia a farsi sentire davvero, meglio se metto su qualcosa di piu hard rock....
Controllo velocemente fra i vari dischi e cassette. Di dischi non ce ne sono molti, li ho riportati quasi tutti in casa.. ma le cassette sono ancora tutte li, sparse sul tappettino dell'auto, dentro al bauletto oppure inserite nel mangianastri.
Bingo, una piccola amica è rimasta infilata qua dentro. Tento la fortuna come se fosse una roulotte russa. Non ho la piu pallida idea di cosa ci sia li dentro. Potrebbe essere Bruce Springsteen come Judas Priest, o come qualche cazzata lasciata qui dalla mia ex, che magari si è dimenticata di portare via.
E allora, mentre continua a guidare nell'oscurità della notte, lentamente premo il pulsante dello stereo.....
il sonno comincia a farsi sentire davvero, meglio se metto su qualcosa di piu hard rock....
Controllo velocemente fra i vari dischi e cassette. Di dischi non ce ne sono molti, li ho riportati quasi tutti in casa.. ma le cassette sono ancora tutte li, sparse sul tappettino dell'auto, dentro al bauletto oppure inserite nel mangianastri.
Bingo, una piccola amica è rimasta infilata qua dentro. Tento la fortuna come se fosse una roulotte russa. Non ho la piu pallida idea di cosa ci sia li dentro. Potrebbe essere Bruce Springsteen come Judas Priest, o come qualche cazzata lasciata qui dalla mia ex, che magari si è dimenticata di portare via.
E allora, mentre continua a guidare nell'oscurità della notte, lentamente premo il pulsante dello stereo.....
I never smoked me no cigarettes
I never drank much booze
But I'm only a man doncha understand
A man can sometimes lose
Riconosco fin dai primi accordi, quel piccolo folletto di Angus Young, che con la sua chitarra attacca lentamente con il suo Hard appesantito da assoli veloci e graffianti... e poi arriva lui, il "canguro" per eccellenza, mr. Bon Scott alla voce, che attacca, con la sua voce affogata da Jack Daniel's, Erba e Coca, che ti prende da dentro e ti trascina nel suo mondo, fatto di sniffate, sveltine, birra e rock'n roll...
Sono loro, gli AC DC di Let There be Rock.
Passano Overdose e Problem Child, ma questo cazzo di sonno non riesce a fare a meno di me. Chiudo piu volte gli occhi, per riaprirli subito dopo, e mi riaffaccio sulla strada deserta.
Li chiudo e li riapro.... chiudo....e apro.... ma alla fine qualcosa cambia. Li riapro, ma non ci sono piu le luci arancioni dei lampioni che aprono uno spiraglio nelle tenebre.... c'è qualcos altro.... all'improvviso mi sembra di non essere piu dentro alla mia auto... vedo il cielo, e tocco le stelle... quello che facevo una volta, prima di ricadere giu, confinato nel mondo di tutti i giorni.... esiliato dall'eden per aver infranto troppe volte le leggi che mi erano state imposte.... i colori sembrano condondersi, i suoni si annullano, si perdono come se coperti da un forte vento o dal frangersi delle onde fra di loro...
Non riesco a capire quanto è passato da quando sono partito, non capisco piu nulla.... tutto sembra così caos.... tutto sembra così naturale, privo agli schemi che la mente cerca di relazionrmi....
Cazzo!
Freno bruscamente alla vista di un giovane ragazzo davanti a me. Riesco a malapena ad evitarlo e finisco in mezzo alla strada. Mi guardo intorno e lo vedo davvero, non era un sogno. Si avvicina lentamente alla mia auto, mentre io riprendo i sensi e riordino le idee....capisco di essermi addormentato mentre guidavo. Quando mi sono ripreso del tutto, Bon stà ancora gridando dallo stereo, e non sento quello che mi grida il ragazzo.
Spengo lo stereo e abbasso il finestrino....

mercoledì 24 giugno 2009
Parte Due - Il Caffè
Adesso mi ci vuole proprio qualcosa, dopo un oretta di guida il sonno comincia a farsi sentire. Complici i Fleetwood Mac di "Jumpin' At Shadows". Un ritmo così lento e rilassante rischia di farmi crollare del tutto.
Vedo subito un bar lungo il ciglio della strada, non c'è molta gente, dopotutto è un tratto isolato. Un intero tratto di autostrada in piena pianura, costeggiata dai campi, dove questo bar sembra un isoletta nell'oceano.
Parcheggio l'auto, spego tutto e scendo. Entro dentro e non mi stupisco di essere l'unico presente.
Oltre a me, tre commessi combattono il sonno, mentre leggono qualcosa al bancone della cassa, dei giornali e del bar.
Mi appoggio contro il bancone e chiedo un caffè espresso con un po di zucchero. La commessa accenna un si con la testa e si mette dietro la macchinetta del caffè.
Io intanto mi avvicino ai dischi. Capita ogni tanto di trovare qualche offerta ad un buon prezzo. Una volta ci ho trovato un disco solista di Paul Rodgers per 5 euro, una cosa che se la racconti non ti credono neppure.
Il mio sguardo scorre veloce lungo le copertine dei vari dischi. C'è un po di tutto. Jimi Hendrix, Pink Floyd, Deep Purple, Rod Stewart, Muddy Waters, Bad Company, qualche complation blues e rock...
Alla fine decido per un disco di Bob Dylan, gisuto per rilassarsi un po di piu. Ormai con la musica ho imparato a muovermi bene. A 13 anni sentii i miei primi tre dischi, tre raccolte, una di Hendrix, una degli Zeppelin e una degli Who. Da allora non ho piu smesso di viaggiare in quella musica. All'inizio era un modo per trasgredire alle regole, poi è diventata la voce della mia anima, mentre ora è quaasi un isola in cui rifugiarsi. Un mondo differente dove non esistono i problemi di tutti i giorni, dove non ci sono preoccupazioni, e dove si vive sul momento, senza paura di un domani.
Forse è proprio perchè mi ci rifugio spesso che molti dicono che non farò mai nulla, e che rimarrò il solito fallito, ma a me non importa quello che dicono.
Ritorno al bancone e prendo il caffè. Non è male, almeno non mi addormenterò al volante. Vado verso la cassa e poggio il disco accanto al registratore di cassa. Mentre il commesso controlla il prezzo e prende i soldi, io guardo di sfuggita le riviste.
Prendo il disco e apro la porta, e prendo un con un bel respiro un po di aria fresca. Non ho guardato l'ora, ma non mi interessa. È notte, e questo mi basta.
Accendo l'auto e lo stereo, e parte subito Eric Clapton con "Cocaine"...
Il viaggio riparte....
Il viaggio riparte....
Parte Uno - Partenza
Giugno. Non riesco a dormire. Mi rigiro nel letto ma non ci riesco proprio. Guardo l'orologio, sono le undici e mezza, sempre presto.
Succede spesso di non riuscire a dormire, forse perchè ho troppi pensieri in testa. E allora, come faccio sempre, decido di fare un giro in macchina.
Mi infilo un paio di Jeans, una maglietta nera, una camicetta rossa a scacchi e mi guardo allo specchio. I capelli sono un po scompigliati, perchè non me li pettino spesso, quindi me li aggiusto un po. Sono ancora un po stanco, ma decido ugualmente di mettermi in viaggio.
Avrei voglia di un caffè, ma non ci sono bar aperti nelle vicinanze, quindi ne prenderò uno ad un Autogrill. Tanto mi capita spesso di prendere per l'autostrada e viaggiare per 4 ore di fila verso mete relativamente lontane. Spesso arrivo fino a Milano, poi guido fino a casa e mi metto a scrivere, e mi riesce molto bene, perchè uso come ispirazione quello che ho fatto o visto nel tragitto.
Salgo in macchina e l'accendo, inserisco un disco nello stereo, e allora sono pronto a partire, a lasciarmi indietro tutte le ansie e le paure, tutto ciò che mi toglie il sonno, e allora, ritrovo un po di pace.
La prima canzone è "Hold Me Down" dei Black Oak Arkansas. Un pezzo blueseggiante con simpatie Southern. Niente di piu rilassante.
E ora, mentre i miei pensieri affogano nelle parole della canzone, mi accorgo che le luci dei lampioni scorrono sul parabrezza della mia auto.
Dopo pochi minuti sono già al casello, entro in autostrada, e mi affaccio sul volto infinito della strada asfaltata, illuminata dalle luci. Colori scuri che si perdono nella notte.
Guardo l'ora. Ed è già mezzanotte... a quest'ora non c'è molta gente per la strada, ed è proprio qui che guidare diventa un modo per fuggire dalla vita...
Così comincia questo viaggio....
Uno come tanti altri....
Ma qualcosa mi dice che non lo sarà.....
Succede spesso di non riuscire a dormire, forse perchè ho troppi pensieri in testa. E allora, come faccio sempre, decido di fare un giro in macchina.
Mi infilo un paio di Jeans, una maglietta nera, una camicetta rossa a scacchi e mi guardo allo specchio. I capelli sono un po scompigliati, perchè non me li pettino spesso, quindi me li aggiusto un po. Sono ancora un po stanco, ma decido ugualmente di mettermi in viaggio.
Avrei voglia di un caffè, ma non ci sono bar aperti nelle vicinanze, quindi ne prenderò uno ad un Autogrill. Tanto mi capita spesso di prendere per l'autostrada e viaggiare per 4 ore di fila verso mete relativamente lontane. Spesso arrivo fino a Milano, poi guido fino a casa e mi metto a scrivere, e mi riesce molto bene, perchè uso come ispirazione quello che ho fatto o visto nel tragitto.
Salgo in macchina e l'accendo, inserisco un disco nello stereo, e allora sono pronto a partire, a lasciarmi indietro tutte le ansie e le paure, tutto ciò che mi toglie il sonno, e allora, ritrovo un po di pace.
La prima canzone è "Hold Me Down" dei Black Oak Arkansas. Un pezzo blueseggiante con simpatie Southern. Niente di piu rilassante.
E ora, mentre i miei pensieri affogano nelle parole della canzone, mi accorgo che le luci dei lampioni scorrono sul parabrezza della mia auto.
Dopo pochi minuti sono già al casello, entro in autostrada, e mi affaccio sul volto infinito della strada asfaltata, illuminata dalle luci. Colori scuri che si perdono nella notte.
Guardo l'ora. Ed è già mezzanotte... a quest'ora non c'è molta gente per la strada, ed è proprio qui che guidare diventa un modo per fuggire dalla vita...
Così comincia questo viaggio....
Uno come tanti altri....
Ma qualcosa mi dice che non lo sarà.....

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