giovedì 17 marzo 2011

Parte Sette - La Strada della Desolazione

Dopo circa mezz'ora, sono di nuovo sull'autostrada. Il rumore assordante del motoraduno al Roadhouse si è perso già da un pezzo nel vento della notte, e adesso, anche il mio stereo ha smesso di ruggire.
Nel silenzio, i pensieri riescono ad uscire piu chiari e distinti, cosi come un pescatore riesce a far abboccare piu pesci nelle ore di calma piatta, solo che certi pensieri, durano troppo poco per poter essere esposti al muro o con una bella foto glorificante.
Nella mia mente, riaffiorano tanti ricordi. Il gruppo che avevo, composto da amici, amici di cui mi fidavo e stimavo. Amici che ora, a causa della mia stupidità, non ci sono piu. Penso alla mia insonnia, ed a quella sensazione che non riesco a colmare, e che sento, giorno dopo giorno, che mi spegne, come una sigaretta ormai consumata.
Una sensazione, che stanotte non mi stà lasciando tregua, e che diventa sempre piu forte.
Ripenso a quella che stà diventando la mia vita, squallida, sempre piu squallida, e sempre piu isolata.
Perdere il gruppo ed i miei amici all'interno di esso, è stata solo l'ultima parte di un odissea di distruzione che sembra non finire mai.
Tutto è cominciato quando suonare, sognare e sentire quella specie di voce interiore che ti dice : -esatto, è questa la tua strada-
Ora, dentro di me, mi sento come adesso : Un automobilista che viaggia nel cuore della notte senza una meta e senza un orientamento, spinto solo dall'istinto di sopravvivere al peso della propria coscienza, cercando di ingannare se stesso.
E per qualche momento, mi sembro il soggetto di una canzone dei Bad Company, Seagull, come un viaggiatore senza memoria e senza identità, che viaggia, senza curarsi di ciò che passa e incontra, ma spinto solo dal desiderio di andare avanti.
Ma dura solo qualche momento.
Perchè senza essermene accorto, sono finito sulla traiettoria di un guard rail.
Non ho il tempo di impedire quello che ormai, è l'inevitabile.
Sento solo un forte colpo allo stomaco, con la cintura che mi impedisce di schizzare fuori dall'auto, poi un violento colpo alla testa.
Poi è il buio.

mercoledì 16 marzo 2011

Parte Sei - Roadhouse Blues


I fari della mia auto tagliano l'oscurità della notte come un fulmine che illumina le nuvole in quell'istante in cui il buio si illumina, solo per ricalare nuovamente nell'oscurità.

Dennis ha smesso di parlare, e ora si limita a fissare la strada, mentre io guido con cautela, seguendo la strada sterrata che porta al locale per motociclisti.

Mentre guido, un senso di smarrimento mi distoglie dalla realtà, quasi un senso di impotenza di fronte alla realtà che mi circonda.

Guardando fuori dal finestrino, lo sterrato si divincola sinuosamente attraverso campi desolati e sfocati, incupiti da una fitta nebbia fumante.

Le stelle brillano luminose, mentre la luna ci inonda con il suo pallido bagliore, riflettendosi nelel pozzanghere della strada.

Dopo quelle che cominciavanoa sembrare ore, ma che potevano benissimo essere meno di 40 minuti, la strada incotra gli alberi sempre piu fitti e oscuri, che costeggiandola, danno l'idea di una discesa nelle tenebre, senza una via di uscita.

Dopo pochi minuti, intravediamo luci di motocilcette e fari, e cominciano a lacerare il silenzio della notte, i rombi tuonanti delle "mangia asfalto", e gli indistinguibili segni, di musica ad alto volume.

"Credo che ci siamo quasi, Dennis"

"Lo credo anch'io amico" dice lui, guardando nella direzione delle luci, dopodichè aggiunge

"Che ne dici di fermarti anche te? La notte non è nemmeno a metà, e di sicuro non ti puoi annoiare in un posto del genere"

Rifletto distrattamente sulla proposta del giovane giramondo.

Ma non è di un mucchio di motociclisti e ragazzini alterati quello di cui ho bisogno. Ha detto bene, Dennis.

La notte non è nemmeno a metà.

E piu le ore passano, piu la discesa nelle tenebre appare inarrestabile.

"No, ti ringrazio Den. Sarà per un altra volta"

"Sei sicuro? Certe occasioni capitano una sola volta"

"Un mio amico mi dice sempre che quello è un proverbio sbagliato. Molte volte, si ha l'occasione di riprendere in mano un occasione che si crede persa per sempre" gli rispondo.

Lui si gira e mi guarda, ed accennando un sorrisetto, dice:

"bè, certo questo è uno spirito molto piu comodo da adottare!"

E forse per la prima volta in tutta la serata, mi metto a ridere, accompagnato dal giovane ragazzo

"E a te è mai capitato di avere due volte la stessa occasione?" mi chiede, divertito

Mentre ormai siamo arrivati a destinazione, spengo l'auto e metto le mani sul volante, pensando velocemente alla risposta:

"Oh si, molte volte. Ma ho sempre avuto la cattiva abitudine di sprecare anche la seconda"

Di nuovo, tutti e due ci mettiamo a ridere.

Dennis si guarda intorno, prende le sue cose e si gira verso di me, di nuovo:

"Allora temo che le nostre strade si dividano ora, fratello. Grazie davvero del passaggio, ed abbi cura di te. Un giorno potremmo rivederci"

"Chissà.." rispondo io, "non sai mai cosa aspettarti lungo la strada"

Dennis esce dalla macchina e richiude lo sportello, avviandosi verso il Roadhouse, dove un via-vai di gente si muove intorno ad uno spiazzo di motociclisti in sella, un posto dove è difficile credere di trovarsi nella vita reale, quando sembra piu un qualche film Pulp anni 70.

E mentre mi giro indietro, per riprercorrere la strada con cui sono giunto, i miei pensieri cominciano a galoppare velocemente, sulle ali dell'immaginazione...